Quali sono i sintomi dell’anisocoria? Il paziente potrebbe lamentare un mal di testa, potrebbe sviluppare una particolare forma di sensibilità alla luce definita anche fotofobia. Vediamo insieme le altre sintomatologie che potrebbero interessare il soggetto:
- Il paziente potrebbe soffrire di crisi di natura epilettica;
- Il paziente potrebbe lamentare delle vertigini;
- Il paziente potrebbe avere una problematica alle palpebre chiamata anche palpebra calante;
- Il paziente potrebbe lamentare sintomi quali la febbre;
- Il paziente potrebbe avere il torcicollo;
- Il paziente potrebbe avere delle problematiche che interessano il proprio campo visivo;
- Il paziente potrebbe avere una problematica chiamata diplopia ( in pratica se un soggetto guarda un oggetto, ne risulta una visione con due immagini);
- Il paziente potrebbe avere delle problematiche interenti alla vista, al punto tale da perderla;
- Il paziente potrebbe lamentare una sindrome dolorosa localizzata nella zona toracica;
- Il paziente potrebbe andare incontro a una problematica chiamata dispnea ( in pratica è come se la persona percepisse un affanno in fase di respirazione, potremmo anche utilizzare il termine:” Fame d’aria”);
- Il paziente potrebbe sviluppare una problematica chiamata ptosi ( in pratica una delle palpebre o entrambe risultano più basse del normale);
- Il paziente potrebbe sviluppare una problematica chiamata anidrosi ( si tratta di un calo in quella che risulta essere la naturale capacità di sudare).
Parliamo della problematica
Per prima cosa è bene dire che se un paziente dovesse lamentare delle problematiche che interessano la zona degli occhi, non necessariamente si può parlare di condizioni di natura patologica. Questo non vuol dire che non sia importante avere una conoscenza base di queste condizioni, di quali possano essere essere le cause e in quale modo possano produrre sul soggetto delle conseguenze.
Ora cerchiamo di capire meglio come funzionano le pupille, quale sia il meccanismo che le regola e quale sia effettivamente la loro funzione. In condizioni del tutto normali è bene dire che gli occhi hanno una naturale capacità di reazione che si mette in moto quando incontrano la luce.
Per esempio se si attraversa una strada e magari ci si trova all’interno di un vicolo stretto e buio, le pupille hanno la capacità di reagire a questa condizione di oscurità facendo in modo tale che le pupille possano dilatarsi per avere una maggior quantità di luce. Questo meccanismo viene anche definito con il termine midriasi.
Se invece ci trovassimo in una situazione del tutto contraria a questa, nella quale ci si trova in un vicolo buio e si esce magari in una piazza dove c’è molta più luce, le pupille reagiranno restringedosi per fare in maniera tale che passi una quantità di luce minore e consentire al nostro occhio di potersi abituare a questa condizione differente. In questo caso viene chiamata miosi.
Tuttavia le pupille potrebbero anche non essere del tutto regolari, magari una presenta un diametro differente rispetto all’altra e in questo caso viene utilizzatoi il termine midriasi. Diversamente una delle due pupille potrebbe essere più piccola rispetto all’altra e in questo caso di parla di miosi.
Questa problematica della quale stiamo parlando si presenta in una forma univoca o possiamo parlare di forme differenti? La risposta corretta è:
- Potremmo trovarci in presenza di una forma di natura fisiologica nella quale le pupille hanno un diametro differente. Quante persone possono essere interessate da un fenomeno del genere? In termini percentuali si parla di un quindici per cento della popolazione. Si tratta di una condizione che possiamo definire permamente o al contrario con un carattere del tutto temporaneo? La risposta corretta è dipende, potremmo anche essere in presenza di una condizione del tutto temporanea.
- Potremmo trovarci in presenza di una forma di natura meccanica nella quale questa condizione è il risultato di un trauma magari legato alla zona del cranio. Tuttavia la cause potrebbero anche essere legate a:
- Un processo di natura infiammatoria;
- Farmaci di natura antichinetosica;
- Un intervento chirurgico alla cataratta.
Parliamo di cause
Quali potrebbero essere in tal senso le cause che in quanto tali innescano questa condizione? Per prima cosa è bene dire che se si parla di un mutamento che interessa il diametro della pupilla, potremmo trovarci di fronte a cause di natura del tutto differente. In tal senso potremmo parlare di traumi nella zona del cranio, potrebbe essere la conseguenza di interventi di natura chirurgica. Parlando invece della forma patologica potremmo essere di fronte a:
- Il paziente potrebbe avere una forma di emorragia celebrale;
- Il paziente potrebbe avere un’aneurisma;
- Il paziente potrebbe avere una sindrome definita di Horner;
- Il paziente potrebbe avere una sindrome definita di Adie;
- Il paziente potrebbe avere una forma di irite;
- Il paziente potrebbe avere una forma di uveite;
- Il paziente potrebbe avere una forma di glaucoma;
- Il paziente potrebbe avere una patologia neoplastica tumorale;
- Il paziente potrebbe soffrire di una forma di meningite;
- Il paziente potrebbe soffrire di una forma di encefalite;
- Il paziente potrebbe soffrire di una forma di iridociclite;
- Il paziente potrebbe soffrire di una forma di sifilide;
- Il paziente potrebbe soffrire di una forma di ictus;
- Il paziente potrebbe soffrire di una forma di neurite ottica.
Processo diagnostico
Quale risulta essere il corretto iter diagnostico in base al quale si procede a rilevare questa problematica? La risposta corretta è che dipende da processo di insorgenza. Se questa condizione è il risultato di un trauma cranico nel quale il paziente lamenta una sintomatologia quale:
- Il paziente potrebbe lamentare un’emicrania molto pronunciata;
- Il paziente potrebbe avere le vertigini;
- Il paziente potrebbe avere la nausea.
In tal senso sarà bene recarsi da un oculista per effettuare una visita molto dettagliata e accurata. La visita richiederà una fase nella quale il medico specialista dovrà ricostruire la storia clinica del paziente. Per sapere ad esempio se ultimamente la zona degli occhi è stata sottoposta a un qualche evento di natura traumatica.
Ci sono degli esami specifici ai quali l’oculista potrebbe decidere di sottoporre il paziente? Si, potrebbe decidere di sottoporre il paziente a un test relativo ai colliri. Si tratta di un esame ad hoc che serve sostanzialmente a stabilire quale sia la reazione delle pupille e per escludere possa essere una sindrome come quella di Horner.
Tuttavia non è detto che l’iter diagnostico si fermi solo ed esclusivamente all’oculista. Infatti se la visita e gli esami non dovessero rilevare anomalie di alcuna sorta, si provvederà a fare far al paziente un ecomocro. In tal senso si verificherà che non siano presenti eventuali processi di natura infiammatoria che interessano la zona degli occhi o che il paziente abbia magari la meningite.
Potrebbero anche essere prescritti esami quali la tomografia computerizzata o la risonanza magnetica che dovranno verificare l’eventuale presenza di tumori o anerismi.
Approcci terapeutici
Quali sono quindi gli approcci di natura terapeutica? Per prima cosa si dovrà stabilire quale sia la patologia che ha causato questa condizione. Ci sono casistiche nelle quali il fatto che le pupille possano essere asimmetriche non causa alcun tipo di problema di natura visiva e quindi il soggetto impara semplicemente a convivere con questa condizione. In questi casi infatti, l’anisocoria non dà sintomi. In altri casi invece si rende necessario risalire alla causa.