Quali sono le cause dell’angina instabile? La risposta corretta è che in linea generale si produce per un processo di natura occlusiva in forma acuta che interessa un’arteria coronaria, senza che tuttavia si produca un’altra condizione molto seria che è quella dell’infarto del miocardio. La sintomatologia alla quale potrebbe andare incontro il paziente cosa comporta? Vediamola insieme:
- Il paziente potrebbe avere una sindrome dolorosa che interessa la zona del torace;
- La sindrome dolorosa potrebbe manifestarsi senza che il paziente abbia la dispnea ( il paziente percepisce una sorta di affannao, una difficoltà a livello respiratorio);
- Il paziente potrebbe lamentare la nausea;
- Il paziente potrebbe avere la diaforesi ( una sudorazione abbondante).
Qual’è il corretto iter di natura diagnostica? Il paziente verrà sottoposto a un ecg per verificare le presenza o l’assenza di marker sierologici. Il trattamento farmacologico cosa prevede? Vediamolo insieme:
- Al paziente verranno somministrati farmaci definiti antiaggreganti;
- Al paziente verranno somministrati farmaci definiti anticoagulanti;
- Al paziente potrebbero venire somministrati nitrati;
- Al paziente potrebbero venire somminstrate statine;
- Al paziente potrebbero venire somminstrati beta-bloccanti.
Quando parliamo di angina instabile, ci stiamo essenzialmente riferendo a una sindrome coronarica in fase acuta, con una serie di specifiche da approfondire in tal senso, vediamo quali sono:
- Si parla di un’angina che risulta avere tempi lungi quando il paziente si trova a riposo ( si parla in tal senso di una tempistica superiore ai venti minuti);
- Si parla di un’angina definita di nuova insorgenza in base ai criteri di classificazione del sistema della Canadian Cardiovasculary Society;
- Si parla di una forma di angina che ha la caratteristica di crescere, in precedenza diagnosticata che nel corso del tempo è diventata più frequente, con un livello di gravità maggiore, con un livello di durata maggiore oppure con una soglia di manifestazione decisamente inferiore rispetto a prima;
Quando si parla di angina instabile ci si riferisce a una patologia che interessa il cuore che potrebbe in seguito sfociare in un infarto del miocardio oppure essere collegata a delle aritmie cardiache. In forma molto rara, potrebbe essere collegata al decesso del paziente.
Parliamo di sintomi
Quali sono i sintomi di una problematica del genere? In linea generale i pazienti che soffrono di angina pectoris lamentano una sindrome dolorosa che interessa la zona del torace o un fastidio sempre nella zona toracica. In tal senso è bene invece parlare di un’eccezione che interessa quei pazienti che hanno un fastidio o dolore legato ad una forma di angina instabile è più marcato, ha tempistiche più lunghe, tende a manifestarsi anche nel caso in cui il paziente si dovesse sottoporre a degli sforzi che da questo punto di vista risultano essere lievi.
Potrebbe anche verificarsi in maniera del tutto spontanea quando il paziente è a riposo, potrebbe essere crescere se in tal senso è caratterizzato da differenti aspetti che tendono a combinarsi tra di loro. L’angina instabile come tale, tende ad essere classificata in base al suo livello di gravità.
L’angina instabile tende a verificarsi mentre il paziente è in cura per una forma di angina stabile in forma cronica. Un fattore molto importante che viene preso in considerazione in termini diagnostici è quando la sua comparsa avviene entro 48 ore.
Approccio diagnostico
Qual’è il corretto iter diagnostico per questa problematica? Vediamolo insieme:
- Il paziente verrà sottoposto a elettrocardiogrammi definiti seriati;
- Il paziente verrà sottoposto a marker cardiaci seriati;
- Il paziente verrà sottoposto a una coronarografia in forma tempestiva se si sono presentate delle complicazioni;
- Il paziente potrà essere sottoposto a una coronarografia nell’arco delle 24/48 ore se si tratta di una forma stabile.
L’elettrocardiogramma in fase iniziale viene fatto insieme alla misurazione dei marcatori cardiaci per aiutare il medico a distinguere tra un’angina instabile e l’infarto del miocardio in forma acuta. Il paziente deve essere sottoposto ad un Ecg che risulta essere l’esame più importante, in termini di tempistiche è bene venga eseguito in un arco temporale pari a dieci minuti dopo l’esordio della problematica.
Parliamo di marker cardiaci
Se si pensa che un paziente possa avere un’angina instabile, dovrà essere necessariamente effettuato il dosaggio relativo alla troponina che sarà altamente sensibile al momento in cui arrivano in ospedale. Lo stesso dosaggio dovrà essere ripetuto all’incirca dopo due o tre ore.
Parliamo di coronarografia
Se i pazienti hanno avuto un’angina instabile ma la sintomatologia da questo punto di vista si è risolta, saranno sottoposti a coronarografia entro 24/48 ore dal momento in cui vengono ricoverati in ospedale. Questo consente di rilevare la presenza di eventuali lesioni per le quali potranno essere curati.
La coronarografia è un esame molto utile per pazienti che hanno un’ischemia, una forma di instabilità a livello emodinamico, delle tachiritmie a livello ventricolare con una certa frequenza.
Prognosi angina instabile
Qual’è la prognosi relativa all’angina instabile? La risposta corretta è che molto dipende da quante arterie coronariche sono in stato patologico, quanto è grave la loro lesione. In linea generale è bene dire che in una percentuale pari al 30 per cento, i pazienti che presentano un’angina instabile, possono avere nell’arco di tre mesi, un infarto del miocardio. Se invece sottoponendo il paziente ad un Ecg, il medico dovesse notare delle modifiche importanti, si produce un rischio futuro più accentuato che il paziente possa avere un infarto del miocardio o possa andare incontro al decesso.
Approccio terapeutico
Cosa prevede l’iter terapeutico di un paziente con angina instabile? La risposta corretta è che in fase preospedaliera il paziente verrà trattato con:
- Ossigeno;
- Con aspirina;
- Con nitrati;
Nel momento in cui il paziente verrà ricoverato all’ospedale, lo si sottoporrà ad una terapia farmacologica a base di farmaci definiti antiaggreganti, anticoagulanti e altri farmaci che saranno direttamente collegati alla strategia di riperfusione ( si tratta del ritorno del flusso sanguigno in una zona dove si è prodotta un’ischemia).
Se si tratta di un paziente che in seguito a cause determinate ha un’angina instabile, dovrà essere trattato con farmaci antiaggreganti, anticoagulanti. Se il paziente dovesse lamentare una sindrome dolorosa che interessa la zona del torace, si dovrà intervenire con antiaginosi ( farmaci specifici utilizzati nella terapia dell’angina pectoris).
Nel caso di una sindrome dolorosa che interessa la zona del torace, il paziente come dovrà essere trattato? La risposta corretta è che si potrà trattare il paziente con la somministrazione di nitroglicerina o morfina. La nitroglicerina almeno in una fase iniziale potrà essere somministrata per via orale, solo in caso di un’oggettiva necessità potrà essere trattata con infusione Ev ( infusione di sostanze liquide attraverso una vena).
Possiamo parlare di una terapia definibile come standars per pazienti che hanno l’angina instabile? Si e consiste in:
- Somministrazione di beta-bloccanti;
- Consiste nella somministrazione di Ace-inibitori;
- Consiste nella somministrazione di statine.
Qual’è l’effetto dei beta-bloccanti? La risposta corretta è che sono in grado di ridurre la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e la contrattilità. Agli Ace-inibitori invece possono fornire cardioprotezione. Dopo essere stato dimesso, il paziente a quale terapia si deve sottoporre? Per prima cosa una valutazione funzionale che ha lo scopo di capire quale sia la capacità funzionale di un paziente affetto da patologie. Un altro fattore molto importante è legato allo stile di vita del paziente che dovrà essere mutato svolgendo esercizio fisico, modificando il regime alimentare, cercando di perdere peso.
La terapia di natura farmacologica dovrà essere proseguita con la somministrazione di farmaci antiaggreganti, beta-bloccanti, Ace-inibitori e relative statine.