Quali sono i sintomi dell’angina addominale? Per prima cosa è bene dire che tendono a manifestarsi dopo che il paziente ha consumato un pasto, infatti in queste occasioni il processo digestivo in corso, tende a far aumentare l’esigenza di ossigeno presente nell’organismo del paziente, il sangue presente nell’intestino aumenta.
La sindrome dolorosa che il paziente può percepire è localizzata nella zona sotto allo sterno. Per quanto tempo possono durare? La risposta corretta è che potrebbero protrarsi per alcune ore dopo che il paziente ha consumato il pasto e potrebbero essere accompagnati da sintomi quali:
- Uno dei sintomi che il paziente potrebbe avere è la diarrea;
- Un altro dei sintomi che il paziente potrebbe avere è la flatulenza;
- Un altro sintomo che il paziente potrebbe avere è legato al malassorbimento.
I dolori percepiti dal paziente potrebbero essere talmente intensi al punto tale da portare il paziente a ridurre il consumo dei pasti, questo potrebbe portare ad un dimagrimento e a sviluppare una problematica come la cachessia.
Ci sono delle specifiche precise in base alle quali una problematica del genere tende a manifestarsi? La risposta è si, per prima cosa si deve produrre la stenosi, una condizione che riguarda un processo occlusivo che è pari al cinquanta per cento del lume, oltre a riguardare due sui tre vasi definiti mesenterici.
Un dettaglio molto importante da sapere è che nel momento in cui si manifesta, il paziente deve essere sottoposto ad un’adeguata terapia in tempi che siano il più brevi possibili. Infatti se non curata in maniera adeguata, può peggiorare al punto tale da fa comparire una trombosi con relativo infarto di natura mesenterica.
Quali sono le conseguenze? Si potrebbe produrre una necrosi del tutto irreversibile che interessa la porzione intestinale oltre a potersi manifestare una peritonite. Come si deve intervenire? Vediamolo insieme:
- L’intervento prevede il paypass o l’angioplastica.
Approfondiamo la problematica
Volendo approfondire la problematica è bene dire che si tratta di una sindrome di natura clinica che si caratterizza per la presenza di una sindrome dolorosa molto marcata a livello addominale. In maniera del tutto simile all’angina pectoris, quella di natura addominale è caratterizzata da un afflusso di sangue del tutto insufficiente, al punto tale da non riuscire più a soddisfare la richiesta di alcuni organi coinvolti.
Si differenzia dalla pectoris che tende a manifestarsi in un organo come il cuore, perchè quella addominale è collegata ad un’ischemia intestinale che ha la caratteristica di essere cronica.
Sintomatologia
Quali sono i sintomi legati ad una problematica del genere? La risposta corretta è che i sintomi potrebbero essere tra di loro molto differenti e da questo punto di vista potrebbero includere:
- Il paziente potrebbe avere una sindrome dolorosa che interessa la zona dell’addome;
- Il paziente potrebbe soffrire di sitofobia.
Questi appena descritti, sono i sintomi che possiamo definire comuni, nel caso invece di sintomi più rari il paziente potrebbe soffrire di:
- Il paziente potrebbe avere dei crampi che interessano la zona dell’addome;
- Il paziente potrebbe soffrire di diarrea;
- Il paziente potrebbe avere una sindrome dolorosa che interessa la bocca dello stomaco;
- Il paziente potrebbe soffrire di epigastralgia;
- Il paziente potrebbe soffrire di flatulenza.
Crampi addominali
Quando parliamo di crampi addominali a cosa ci stiamo riferendo? La risposta corretta è che si tratta di dolori che il paziente avverte e compaiono in una zona che è compresa tra la zona del torace e la zona dell’inguine. Se si tratta di una condizione che come tale tende a manifestarsi in maniera frequente, magari con una durata prolungata nel tempo, potrebbero essere associati alla febbre.
Tuttavia non è necessariamente detto che siano per forza il sintomo di una condizione grave, in alcuni casi, quando sono meno intensi possono indicare un accumulo di gas presente nella zona dell’apparato digerente.
Possibili rimedi
Quali possono essere da questo punto di vista i possibili rimedi da mettere in campo? La risposta corretta è che se i crampi tendono a fare la loro comparsa dopo aver consumato i pasti, oltre ad essere localizzati nella porzione alta dell’addome, potrebbe essere utile in tal senso l’assunzione di antiacidi. Per quanto riguarda invece il regime alimentare che si deve seguire, bisogna evitare sicuramente i fritti, cibi con un contenuto elevato di grassi, prodotti che come tali siano a base di pomodoro, evitare la caffeina, evitare gli acolici e le bevande gassate.
Nel caso in cui invece la sindrome dolorosa del paziente dovesse essere collegata a nausea o vomito, sarà bene che per qualche ora non si introducando nell’organismo dei cibi solidi. Un’altra attenzione che sarà bene mettere in atto è quella di bere piccole quantità, reintroducendo poi progressivamente gli alimenti partendo da:
- Reintrodurre un alimento come il riso bollito;
- Reintrodurre un alimento come i cracker.
Cosa invece è consigliabile evitare da questo punto di vista? Sicuramente è bene evitare i latticini, mentre in linea del tutto generale è positivo idratarsi in maniera adeguata, mangiare più volte al giorno cercando di diminuire la quantità di cibi introdotti. Un’altra abitudine sana e corretta in tal senso è quella legata a ridurre il più possibile il consumo di cibi e bevande che possono stimolare la produzione di gas, cercando di adottare un regime alimentare che sia da questo punto di vista il più equilibrato possibile, puntando ad una dieta ricca di fibre oltre a praticare una sana attività fisica, il più regolare possibile da questo punto di vista.
Quali sono le casitiche nelle quali se un paziente dovesse avere i crampi addominali è bene si rivolga ad un medico? Vediamole insieme:
- Sicuramente se tendono a durare per oltre una settimana;
- Se la sindrome dolorosa non dovesse avere un miglioramento in un arco temporale compreso tra le 24 e le 48 ore;
- Nel caso in cui la sindrome dolorosa dovesse essere collegata a nausea e vomito;
- Se i crampi addominali dovessero essere collegati a problematiche quali il bruciore nella fase di espulsione dell’urina, se dovesse presentarsi febbre, se il paziente dovesse avere una diarrea che tende a prolungarsi per più di cinque giorni, se il paziente dovesse perdere peso in maniera del tutto inspiegabile;
Quali sono invece i casi nei quali è consigliabile che il paziente si rivolga direttamente al Pronto Soccorso? Vediamoli insieme:
- Se la sindrome dolorosa dovesse coinvolgere il petto, il collo e le spalle;
- Se il dolore nella zona dell’addome dovesse avere la caratteristica di manifestarsi in maniera del tutto improvvisa ed essere tagliente;
- Se il dolore dovesse essere localizzato tra le scapole e collegato alla nausea;
- Se il paziente dovesse manifestare delle difficoltà in fase respiratoria;
- Se il paziente si dovesse accorgere di avere la zona della pancia che risulta essere sensibile se la si tocca o se risulta essere tesa o dura;
- Nel caso in cui si dovesse avere un trauma nella zona addominale.
Considerazioni finali
I sintomi dell’angina addominale, richiedono un intervento che sia il più tempestivo possibile, si raccomanda in tal senso un consulto medico se i sintomi dovessero fare la loro comparsa dopo aver consumato un pasto.
Crampi addominali e diarrea