Se soffrite di agorafobia, siete persone che sviluppano un disturbo di natura ansiogena in determinati contesti. Quello che contraddistingue questa sindrome mentale, è il fatto che un soggetto, sviluppi una forma di ansia poco controllabile in situazioni nelle quali una persona normale, non ha alcun sintomo del genere. Ci sono cause specifiche in base alle quali un soggetto sviluppa una patologia del genere? Quali sono le sintomatologie specifiche in base alle quali il soggetto manifesta queste problematiche? Quali gli approcci di natura curativa in base ai quali è possibile curare in maniera efficace un disturbo del genere e cercare di ridare alla persona che ne soffre, una buona qualità della vita e un progressivo rientro alla normalita?
Cerchiamo come prima cosa, non parlando subito degli approcci di natura curativa, di comprendere fino in fondo di quale disturbo si tratta, come si manfesta, e quali sono le reazioni del soggetto che soffre di queste problematiche. Per prima cosa è bene dire che si tratta di una patologia che scatena nel soggetto una forma di ansia piuttosto accentuata. Quali sono le cause che lo scatenano? Si parla di luoghi e situazioni nelle quali non è possibile allontanarsi.
Il disturbo si presenta come una forma di ansia improvvisa correlata al bisono del soggetto di allontanarsi il prima possibile da quel luogo che non viene percepito più in maniera razionale. La seconda caratteristica di questo disturbo è collegata alla paura del soggetto di non ricevere l’aiuto di cui gli necessita, qualora si manifestasse una sindrome ansiosa improvvisa, scatenata dal luogo specifico nel quale la persona in quel momento si trova.
Cosa comporta come conseguenze, il manifestarsi di un disturbo di tal genere? Il soggetto che ne soffre, mette in atto dei comportamenti voluti e consapevoli, volti a proteggerlo dall’eventuale pericolo nel quale si potrebbe trovare, se si trovasse in un luogo specifico responsabile della sua crisi di natura ansiogena.
Proprio per questo motivo, mette in atto due comportamenti specifici che andiamo a vedere nel dettaglio:
- Un comportamento di natura protettiva che si concretizza nell’evitare quei contesti specifici o quelle situazioni nelle quali si potrebbe scatenare la sindrome ansiosa
- Un disagio molto forte che si crea a livello interiore, tutte le volte in cui un soggetto deve affrontare un luogo specifico che sa di scatenare in lui una forma di ansia
Definizione del disturbo
Se dovessimo dare una definzione specifica a questa particolare manifestazione di un soggetto, potremmo sicuramente dire che siamo in presenza di un disturbo di natura ansiogena. Tuttavia è anche importante sapere che in termini percentuali, un soggetto che presenta questa manifestazione specifica, può anche avere attacchi di panico. Questa situazione rispecchia almeno un buon 30 per cento dei casi che hanno questa specifica problematica.
Un altro dato interessante, riguarda il periodo nel quale la problematica di natura psicologica si manifesta. Infatti sia negli uomini che nelle donne, una percentuale pari all’1 per cento in un arco temporale pari a 12 mesi, presenta i sintomi classici di questa problematica. C’è un’età specifica in base alla quale questo disturbo si può sviluppare? In linea generale, le persone che ne sono affette, lo sviluppano entro i 35 anni di età.
Quali sono i contesti o i luoghi nei quali si può scatenare una reazione del genere? Vediamo insieme il dettaglio:
- Un soggetto che per lungo tempo si trova in fila, magari per recarsi in banca, può sviluppare una sindrome del genere
- Un soggetto che si è recato in un supermercato per fare la spesa, e improvvisamente si trova a fare la fila al supermercato, potrebbe sviluppare una reazione del genere
- Immaginiamo per un attimo un soggetto che si trova a dover utilizzare un mezzo pubblico, magari un autobus. Il mezzo è molto affollato e di conseguenza si trova in uno spazio ristretto con molte persone attorno, potrebbe sviluppare una sintomatologia specifica, quale un attacco di ansia
La sintomatologia poi, varia da soggetto a soggetto, quindi una persona può solo avere un disagio le prime volte in cui manifesta questo problema, mentre in periodi successivi, può avere autentici attacchi di panico. Questa condizione di disagio nel corso del tempo può essere talmente marcata da costringere le persone a confinarsi nelle proprie mura domestiche.
La diagnosi cosa comporta
Se pensate che diagnosticare questa specifica tipologia di disturbo sia semplice, vi sbagliate. Il medico, prima di potersi pronunciare in tal senso, deve attenersi a dei precisi parametri che indicano un disturbo di origine patologica che va affrontato e curato. Vediamo quali sono le linee guida che deve avere in tal senso:
- Paura, ansia o il fatto che il soggetto metta in atto dei comportamenti deliberati per evitare quelle situazioni che lo disturbano, deve avere una linea di continuità che arriva almeno a sei mesi e riguarda alcune situazioni specifiche.
- Il soggetto prende i mezzi pubblici per andare a lavorare e sviluppa un determinato disagio
- Il soggetto si trova in un contesto aperto, ad esempio il parcheggio di un supermercato
- Il soggetto può trovarsi in un contesto al chiuso, come ad esempio un teatro
- Il soggetto si trova in fila o magari durante un concerto con molta folla intorno
Paure del soggetto
Il soggetto è preda di paure specifiche, queste comprendono il timore che sottrarsi a una situazione problematica, potrebbe non essere semplice. Un altro fattore che limita fortemente il soggetto è la paura che se ci accade di avere un attacco di panico, non ci saranno in quel momento persone disponibili ad aiutarci.
Ci sono poi delle condizioni specifiche in base alle quali l’agorafobia si sviluppa, vediamo insieme quali sono:
- Il soggetto sviluppa una sintomatologia specifica, questa però è sempre collegata a una specifica causa scatenante
- Il soggetto che sa di aver sviluppato una scarsa tolleranza a una determinata situazione, cerca di evitarla
- La sintomatologia che il soggetto sviluppa non è proporzionata al contesto reale e alla situazione che deve affrontare
- Il malessere che si sviluppa ed è correlato alla problematica, non gli consentono di vivere al meglio il quotidiano
- Il medico specialista che affronta con il paziente la problematica, deve capire se il soggetto non ha altre problematiche come ad esempio la fobia sociale
Cure per il disturbo
Ora che abbiamo approfondito nel dettaglio quali sono le dinamiche in base alle quali si sviluppa questa patologia, è bene capire in che modo il soggetto che ne soffre, può trarre dei benefici da approcci di natura terapeutica. Il soggetto per cercare di curare la sintomatologia e superare la problematica, può utilizzare tre approcci di natura differente:
- Una terapia di natura espositiva, nella quale l’obiettivo principale è quello di rendere meno sensibile il soggetto all’esperienza che scatena l’ansia e l’attacco di panico
- Si può utilizzare un approccio di natura comportamentale
- Si può ricorrere all’utilizzo di farmaci antidepressivi
Se l’agorafobia non viene trattata in maniera opportuna, può avere un tipo di manifestazione di natura discontinua, in alcuni casi può anche scomparire in maniera del tutto naturale. In alcuni casi può essere stato il soggetto stesso che ha deciso di affrontare l’evento ansiogeno scatenante in maniera ripetuta, fino ad annullare la sintomatologia che ne era correlata. In alcuni casi invece, il soggetto può aver deciso di limitare la sua vita, evitando tutte quelle situazioni ansiogene nelle quali si scatena la problematica.
L’approccio comportamentale, può aiutare il soggetto a capire quando sta vivendo una fase irrazionale, riuscire a controllare questa fase, cercare di cambiare in maniera attiva il proprio comportamento.